Sfruttare il potenziale dei beni comuni e confiscati: una nuova via per lo sviluppo del territorio e l’occupazione giovanile
In un territorio come il nostro, segnato da un’elevata disoccupazione giovanile e da una precaria situazione economica, è fondamentale esplorare nuove strade per stimolare lo sviluppo e creare opportunità.
Il progetto G.I.A.CA.S.S., finanziato nell’ambito dell’Avviso pubblico per la selezione dei progetti finanziati dalla Regione Siciliana e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale a valere sul “Fondo Politiche Giovanili” Anno 2021, si inserisce proprio in questo contesto.
Durante questi ultimi incontri i formatori dell’associazione Castello Libero ETS hanno trattato il tema della sostenibilità di una idea progettuale, e sulla base degli obiettivi progettuali è stato approfondito il tema delle risorse che possono essere messe a sistema per l’attivazione di nuove imprese, compresi i beni comuni e i beni confiscati alle mafie.
Questi beni rappresentano un patrimonio inestimabile, spesso sottovalutato, che può essere trasformato in una leva per lo sviluppo economico e sociale. Immaginiamo di poter riqualificare un’area pubblica abbandonata, trasformandola in un incubatore di imprese sociali o in uno spazio co-working per giovani innovatori. Pensiamo a come un bene confiscato possa diventare la sede di un’impresa agricola biologica o di un’attività turistica sostenibile.
Le ragioni per investire sui beni comuni e confiscati sono molteplici:
- Sviluppo economico: Creazione di nuove imprese, aumento dell’occupazione, diversificazione dell’offerta produttiva.
- Sviluppo sociale: Coinvolgimento attivo della comunità, miglioramento della qualità della vita, contrasto alle disuguaglianze.
- Sostenibilità ambientale: Promozione di pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.
- Giustizia: Recupero di beni sottratti alla criminalità organizzata e rigenerazione dei territori.